Alzheimer: la cannabis migliora la qualità della vita dei pazienti.
"Ho molta confusione.
Vorrei riuscire a dire come sto, ma dopo due frasi non so più continuare.
C’è sempre una donna che si prende cura di me, ogni tanto la chiamo “mamma”, ma a giudicare dalla sua espressione, ho sicuramente sbagliato qualcosa.
Non comprendo se sono i miei occhi ad assomigliare ai suoi o i suoi ad assomigliare ai miei.
Cosi mi alzo la mattina e sento che mi sto perdendo, cammino per le stanze della casa (che dicono di essere la mia) e non so più da dove sono partita e dove sto andando.
Confusione ? Aspetta, quale era la domanda ?
Non lo so. Perchè? Perché dimentico.
Ho molti sconosciuti per casa. Sono tutti gentili con me.
E voi? Chi siete? Che ci fate in casa mia?
Perché siete tutti gentili?
Tutti mi chiamano con un nome che non conosco, mentre cammino su e giù per il soggiorno, sistemo i cuscini, sposto il divano e apro e chiudo in continuazione i cassetti della parete attrezzata.
La signora che sta sempre vicino a me non mi leva mai gli occhi di dosso. A volte sorride. Ma che vuole da me?
Chi è? Perché non se ne va?
Ammetto che questa signora è sempre gentile, a volte la vedo preoccupata, ma mai del tutto sorpresa.
Ogni tanto mi da dell’acqua per calmarmi e altre volte un olio giallo dorato. È un po' amaro ma dopo pochi minuti mi sento squisitamente più calma.
Allora mi siedo alla finestra, guardo la gente passare per strada e ricomincio il mio uncinetto, esattamente da devo lo avevo interrotto."
Testimonianza di Luigia, che ci racconta la malattia della madre Adele, 84 anni, paziente di Camit da tre anni, affetta da una grave forma di Alzheimer.